Tortellini, cavalli ed etichette

tortellini_dottoressablancoAvrete di sicuro sentito o letto le notizie dei giorni scorsi sulla presenza di carne di cavallo nei tortellini Buitoni prodotti dalla Nestlè. Tuttavia mi sembra che l’opinione generale si sia focalizzata più sulla presenza della carne di cavallo in sè che su quello che per me è il vero punto: il fatto che non fosse menzionata nell’etichetta.

Non mettendo in dubbio le qualità nutrizionali della carne di cavallo (che meritano un post a loro dedicato), dobbiamo sicuramente considerare il sapore, non a tutti gradito, nonché il fattore psicologico. Tuttavia, solo l’1% del ripeno era costituito da carne equina, quindi il sapore non è da tenere in considerazione e ciò vuol dire che il grande scalpore era soprattutto dovuto al fattore psicologico.

Vorrei cogliere l’occasione per parlare dell’importanza di prendere sempre il tempo al supermercato per leggere l’etichetta dei prodotti prima di comperarli.L’etichettatura, sottoposta a normativa europea, prevede che siano riportati:

  1. quantità del prodotto;
  2. denominazione del prodotto;
  3. elenco degli ingredienti (in ordine decrescente di peso tranne i preparati di frutta e verdura misti), compresi quelli allergizzanti;
  4. data di scadenza;
  5. fabbricante/importatore;
  6. biologico;
  7. organismi geneticamente modificati (OGM);
  8. origine;
  9. valore nutritivo;
  10. indicazioni nutrizionali e sulla salute.

È fondamentale soffermarsi a leggere l’elenco degli ingredienti per conoscere quello che mangiamo e nel far questo spesso troviamo, tra gli additivi, sigle a noi sconosciute.

È intanto importante dirvi che se un additivo alimentare è dotato della sigla E seguita da un numero, questo significa che ha superato dei test, è stato approvato e può essere utilizzato in tutta l’UE. Questa approvazione è controllata, riveduta e modificata alla luce di nuovi dati scientifici.

Qui non vi riporterò l’elenco di tutte le sigle con “traduzione a fianco”; se siete interessati troverete un elenco completo su Wikipedia. Tuttavia, vi darò una breve spiegazione delle categorie di additivi più comuni:

Antiossidanti: prolungano la durata degli alimenti impedendo ai grassi, agli oli e a talune vitamine di combinarsi con l’ossigeno nell’aria. L’ossidazione rende gli alimenti rancidi e fa loro perdere colore. Esempio: la vitamina C, chiamata anche acido ascorbico o E300.

Coloranti: a volte sono usati per sostituire il colore naturale che scompare durante la lavorazione o la conservazione in deposito del prodotto, o per dare ai prodotti un colore appropriato. Esempio: Caramello (E150a), utilizzato in prodotti quali salse e bibite.

Emulsionanti, stabilizzanti, addensanti e gelificanti: gli emulsionanti quali le Lecitine (E322) favoriscono la miscela di ingredienti, come l’olio e l’acqua, che altrimenti si separerebbero. Gli stabilizzanti impediscono agli ingredienti miscelati di separarsi nuovamente. Una sostanza gelificante comunemente usata è la pectina (E440), che viene utilizzata per la produzione di marmellate. Gli addensanti danno consistenza agli alimenti, come quando si aggiunge farina ad una salsa perchè risulti più spessa.

Esaltatori di sapidità: sono sostanze che esaltano il sapore di alimenti salati e dolci senza aggiungere un loro sapore specifico. Esempio: glutammato monosodico (E621), spesso aggiunto agli alimenti trasformati, in particolare minestre, salse e salsicce.

Conservanti: impediscono la deteriorazione degli alimenti. La maggior parte degli alimenti che si conservano a lungo contengono conservanti, a meno che non sia stato usato un altro metodo di conservazione come congelazione, inscatolamento o essicazione. Esempi: spesso la frutta secca è trattata con anidride solforosa (E220) per impedire alle muffe o ai batteri di formarsi, mentre la pancetta, il prosciutto, la carne in scatola e altre carni stagionate spesso sono trattate con nitriti e nitrati (E249 – E252).

Dolcificanti: spesso sono utilizzati al posto dello zucchero in prodotti quali bibite frizzanti, yogurt e gomma da masticare. Esempi: aspartame (E951), saccarina (E954), acesulfame-K (E950) e sorbitolo (E420).

Ci sarebbero ancora tante cose da dire sulle etichette e sicuramente avremo modo di riparlarne. Adesso, comunque, avete già sicuramente alcuni spunti per cominciare fin da subito a capire meglio ciò che comprate quando fate la spesa.

E da domani: occhio all’etichetta!

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