Da molti anni ormai sentiamo parlare di intolleranze alimentari e se ne discute ampiamente su molti forum. Il problema principale, però, è il tipo di informazione che si ha su di esse.
Oggi vorrei concentrare l’attenzione su ciò che intendiamo con il termine intolleranze alimentari.
Primo grave errore in cui si cade spesso è quello di confonderle con l’intolleranza al glutine o con l’intolleranza al lattosio, le uniche due vere forme di intolleranza.In questi ultimi due casi, che abbiamo già visto in altri post, l’organismo reagisce con sintomi di varia natura all’assunzione del lattosio o del glutine e pertanto questi devono essere esclusi dalla dieta.
Nel caso delle “intolleranze alimentari”, invece, escludere uno o più alimenti dalla dieta non solo non è corretto ma è anche controproducente! Infatti, l’eliminazione prolungata di un alimento dalla dieta fa sì che l’organismo perda l’abitudine ad assimilarlo e non appena lo si reintroduce si possono avere dei sintomi.
Le “intolleranze alimentari” sono delle reazioni avverse nei confronti di uno o più alimenti. I sintomi non compaiono ogni volta che assumiamo questi alimenti, ma solo quando ne assumiamo quantità eccessive rispetto a quelle che riusciamo ad assimilare. Le intolleranze sono un fenomeno da accumulo che può dipendere o da un ampio consumo in un breve periodo o da un consumo contenuto ma ripetuto nel tempo.
A volte è difficile capire a priori quali alimenti ci possono dare fastidio perché i sintomi (principalmente nausea, gonfiore, mal di testa, flatulenza, diarrea, dermatiti) possono essere ritardati anche di 72 ore.
La prossima volta parleremo di un tema molto discusso: i test per le intolleranze alimentari.
